Cenglòn da la Frata

Ovvero salita al M. Cornaget per versante scorretto.

Mi sono reso conto che era vero ciò che mi diceva Tullio Trevisan riguardo al fatto che l'esplorazione del gruppo delle Pregoiane non era terminata con il lavoro che avevano fatto lui e Fradeloni: allora non ci credevo. Ora però che ho un'idea geografica più precisa del gruppo montuoso ho notato che vi sono zone che non sono state esplorate e questo mi ha permesso di portare a casa alcune realizzazioni di assoluta novità: vedi Cima Sic e Cimità. Ora ho un'altra primizia da raccontarti.

La zona di partenza è quella di casera Settefontane dove s'inerpica la traccia urfida che percorre la Costa dei Madracs; nome (=costa dei serpenti), ripidezza e selvaggia vegetazione danno bene l'idea in che giungla si entra.

Dalla Costa dei Madracs verso il Turlon e i Vieres di primo mattino

Tra la Costa dei Madracs e il gran costone che scende da Cima di Pradus (in carta Landre de Pantiane e Bosco Cicut) viene giù precipitiso il Ciol de Cicut con numerosi salti, forre e la cascata finale, che è la prima che s'incontra salendo lungo il Ciol de Sass.

Dalla Costa dei Madracs il Ciol de Cicut; da sinistra la Cima di Pradus, la Forca di Pradus (1900 m circa) in capo al Ciol, il M. Cornaget, la Forcella Savalon, il Cimon de le Tempie.

Il sentiero della Costa dei Madracs è conosciuto dai locali come accesso alternativo alla Forcella Savalon, ma il percorso non è chiaro e anche chi lo conosce il più delle volte torna indietro dopo essersi perso. Io l'ho usato in modo improprio per entrare già alto nel Ciol de Cicut, altrimenti raggiungibile dal Bosc de Cicut ma con gran dispendio di energie e tempo. Per entrare nel Ciol dalla Costa dei Madracs ho utilizzato tracce di animali che mi hanno condotto nell'alveo senza perdere quota.

La porzione terminale del Ciol de Cicut; la Forca di Pradus è sulla sinistra della piramide centrale.

Qui mi sono indirizzato non perché non avevo niente altro da fare bensì a causa di una osservazione pregressa che mi aveva svelato un cengione che pareva chiamarmi; esso mette in comunicazione la cresta de La Frata di Barbin con la Forca di Pradus.

Ecco il Cenglon dalla Forca di Pradus.

Il primo giallastro tratto del Cenglon da la Frata; in capo la Forca di Pradus e tutto a sinistra la Cima di Pradus.

A parte due brevi tratti con caratteri di cengia il resto è una larga bancata di ghiaie e zolle erbose.

Al termine del Cenglon un canalino che termina con una placca ripida con appigli e appoggi rovesci pronti a staccarsi; sapevo che proseguendo sul Cenglon sarei giunto sulla cresta tra La Frata di Barbin e il Cornaget, cresta già percorsa (vedi); ormai qui ero e in un attimo di catarsi ho salito la placca...

...uscendo al cospetto della parete sud del Cornaget.

Mi giro per fotografare la Frata di Barbin e relativa cresta con quadrupede.

Dalla vetta uno squarcio mi permette di vedere la sottostante forcella Savalon e il Cimon de le Tempie

Qualcuno mi ha preceduto...

E' pure venuto su di recente un coglione che ha spento la cicca tra le rocce della vetta e l'ha lasciata lì.

Mi consolo con un'altra schiarita che mi fa vedere Cima Sic.

Decido di scendere per il Ciol di Savalon...

...discesa infinita, per niente facile; fortuna che una famiglia di camosci mi ha indicato la via migliore.

Dati: 1600 m di dislivello; 5 ore e mezza in vetta, 3 per la discesa; unica difficoltà sul canalino con placca marcia. I toponimi Ciol de Cicut, Forca di Pradus e Cenglòn da la Frata sono da me proposti in attesa che ci sia qualcuno che conosca i nomi usati dai locali e me lo venga a riferire.