Cima Sic (2152 m)

Quando Stief ebbe l'idea di dedicare al povero Marco Simoncelli una vetta, condivisi subito il progetto, non nascondendomi però le difficoltà intrinseche. Prima di tutto andava trovata una montagna per lo meno interessante, non un basso cimotto coperto di mughi in qualche dorsale secondaria; cosa non facile oggi come oggi che tutti gli angoli sono stati esplorati. Abbandonata la pretesa di trovare una cima vergine, mi sono dedicato a quelle sommità quotate ma non nominate. Mi sono ricordato inoltre di Tullio Trevisan che nel darmi il materiale da lui raccolto sul gruppo Caserine-Cornaget, mi spinse a proseguire le sue esplorazioni ché molto restava da fare. Effettivamente dopo di lui e Sergio Fradeloni, in questo gruppo da loro soprannominato i Monti del Silenzio, nessuno più aveva realizzato un lavoro organico di esplorazione se si eccettua il sottoscritto che ha prodotto un lavoro nella parte più orientale del gruppo (vedi). Mi sono quindi messo al lavoro per trovare una cima adatta in questo settore delle Dolomiti Friulane in comune di Claut, e la mia attenzione è stata catturata dalla quota 2152, più volte citata da Trevisan perché posta in zona strategica, tra il Cadin della Meda e la Forcella delle Pregoiane, subito a nord e a picco sulla Forcella della Meda; anche se più bassa della dorsale Cima della Meda- Cornaget che la confronta a meridione, poteva riservare un' ottima panoramica sugli altri punti cardinali.

Bivacco Anita Goitan verso il torrione della Meda e il Cimon delle Tempie

La vicinanza poi del bivacco Goitan e del gioiello naturalistico del Cadin della Meda mi ha fatto propendere per questa montagna. Venuto il momento di agire siamo saliti all'incantevole luogo dove sorge il bivacco Anita Goitan. Sapevo da precedenti esplorazioni che dal lato del Cadin delle Pregoiane la quota 2152 non era raggiungibile in assetto escursionistico; le carte mi davano qualche possibilità di salita dal Cadin della Meda.

Cima Sic a centro immagine dal Cadin della Meda con a destra la Forcella della Meda; a sinistra separata da un canalone l'anticima quota 2141; si vede bene la fascia di verdi che dal canalone sale obliqua a sinistra che è la facile via d'accesso alla citata quota e che noi abbiamo percorso in discesa; tale quota e la dorsale che prosegue verso sinistra, posta a cavaliere tra il Cadin de la Meda e il Ciadinut, viene detta a Claut Pale de Fioridut.

Avvicinandoci alla nostra montagna, pur constatando che spostandoci verso sinistra avremmo avuto vita facile, siamo stati attirati da una rampa sotto strapiombi gialli; dopo breve conciliabolo, e accontentati inderogabili stimoli corporei, abbiamo intrapreso la salita della rampa.

Evidente la rampa che corre sulle rocce nerastre sotto gli strapiombi gialli.

Lo sperone a picco su forcella della Meda.

In Cima Sic (prima di costruirci l'ometto) verso Cima della Meda, Cima Podestine e M. Cornaget.

La rampa, frequentata dagli animali, ci ha portato sullo sperone a picco su forcella della Meda, e poi per cresta in cima.

Con un poca di sorpresa non ci abbiamo trovato alcun ometto, mentre ben visibile su una quota più bassa (2141) in direzione nord si vede bene un ometto di vetta (tutto a sinistra e in basso; oltre la cresta settentrionale di Cima Bortolus il M. Chiarescons). Scopriamo subito il motivo: tra la nostra vetta e la quota con l'ometto una insellatura alla quale scende dal nostro lato una placca con strapiombo.

Poco desiderosi di tornare giù per la rampa di salita, attrezziamo subito una doppia per assicurarci una discesa sicura (lasciato un cordino su un masso, necessaria corda da 50 m). Poi ci gustiamo la vetta, mentre, dagli indizi raccolti, sale in noi la consapevolezza che forse questa è la prima volta che sale qualcuno quassù.

Solita immagine; da notare tutto a sinistra il M. Turlon

Il M. Dosaip verso la pianura friulana

Monte Pramaggiore.

Vergine o meno questa sarà d'ora in poi Cima Sic, il nostro personale omaggio allo sfortunato campione.

Alcune considerazioni: la salita per lo strapiombo dove abbiamo fatto la doppia di discesa non è affrontabile in assetto escursionistico, bisogna piantare qualche chiodo; l'unica via d'accesso abbastanza facile (II+) è quindi la rampa. Non è pensabile di salirci in moto!

Stefano Castenetto e Giorgio Madinelli 21 giugno 2014