Cenglòn

Le cenge sono in genere prodotte da bancate rocciose sovrapposte, quella inferiore più sporgente di quella superiore, creando un gradino naturale, variamente inclinato od orizzontale a seconda della giacitura degli strati rocciosi; possiamo definirle cenge di strato. Il Cenglòn invece è il risultato dello sovrascorrimento di una enorme scaglia dolomitica su calcari giurassici lungo una linea che viene denominata faglia dai geologi, di importanza regionale e che inizia dal M. Dof nel gruppo del Pramaggiore e prosegue verso est passando per il M. Auda il San Simeone e raggiunge Saga in Slovenia. Le linee di faglia sono state originate dalla pressione esercitata dalla placca africana su quella europea che ha spezzato la piattaforma friulana producendo un accorciamento della stessa e l'emersione di scaglie tettoniche lungo le linee. Il Cenglòn è situato proprio sulla linea M. Dof – M. Auda, esattamente sul punto di contatto tra due tipi di rocce; possiamo quindi definire il Cenglòn una cengia di faglia, forse unico esempio in regione. Il suo aspetto è piuttosto differente dalle cenge di strato ma interessantissimo per chi ama trovare in montagna i segni del tempo e le mutazioni geologiche.

Si vede bene il Cenglòn da questa foto scattata in forcella dal Cuèl. Per una visita di questo luogo il punto di partenza più prossimo è il rifugio Pussa in val Settimana ma poi si deve rientrare per la stessa via e la cosa non è molto estetica. Ho cercato la maniera per percorrere il Cenglòn realizzando un anello che sia alla portata di uno che viene da Milano e non conosce i luoghi, per evitare che le sue ossa restino a biancheggiare tra i mughi finché restituiscono il calcare alla terra generatrice.

Ovviamente ho esperimentato l'anello su cavie assolutamente volontarie, edotte sulle difficoltà e i pericoli. Con me Vittorino e Alessandro; escursione divisa in due giorni: nel pomeriggio del primo salita al rifugio Čharpin...

...con battesimo del Meduna per Alessandro.

L'indomani partenza seminotturna.

Risalita con tranquillità la faggeta si comincia ad arrancare sui primi pendii erbosi.

Più sopra ci attendono i canaloni.

Tipici e divertenti passaggi di canalone.

Arriviamo sotto le rocce delle Lastre di Peschis e cominciamo la traversata in mare procellosum mugheta in direzione forcella Claupe. La traccia, già aperta da me in precedenza è stata ulteriormente evidenziata da questo nostro passaggio.

Giungiamo in forcella Claupe: come un serpente riluce il Meduna sovrastato dal gruppo del Frascola.

Cima Stief da forcella Claupe.

Vittorino consulta la carta topografica dell'Alta valle del Meduna: chissà perché indica con il medio: di solito per indicare si usa l'indice, lo dice la parola!

Da forcella Claupe un pendio erboso in versante nord ci porta all'attacco del Cenglòn; nella foto di destra si vede bene la cresta che da forcella Claupe sale alle Lastre di Peschis: ebbene su quella cresta corre una mia via realizzata con Ruggero.

Qualche immagine del Cenglòn; in questa qui sopra si vede il pascolo di casera Cuèl, al quale scenderemo per pigliare l'ex sentiero 393; oltre il pascolo le sorgenti del Meduna.

Caliamo dal Cenglòn per il canalone omonimo trovando un simpatico animaletto che si lascia accarezzare.

Otto ore l'anello più altre tre per scendere dal rifugio Čharpin alla diga del Ciùl, primo e più vicino avamposto umano. Il commento di Vittorino che giustamente mi riempie d'orgoglio:

Ho capito che sei l' ultimo Om Salvader del Meduna. Uomo da mughi, resina e tracce di fuochi. Solo uno che ne diventa parte dedicandoci la propria vita, può arrivare a  conoscere montagne così selvagge come conosci tu.

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