Monte Turlòn de Val de Bos (2311 m)

Quando Luca affrontò l'allora sentiero 385 per la compilazione della sua famosa guida, si fece accompagnare da Mauro e Sergio. Il sentiero era stato da poco inserito nel Catasto Sentieri per volontà del CAI Maniago (vedi), cosa che aveva urtato la suscettibilità dei clautani che con dispetto cancellarono a più riprese la prima parte delle segnalazioni. Logico quindi che i nostri tre finissero dritti dove il torrente si rinserra, seguendo la traccia più evidente. Mauro cominciò a saggiare le paretine d'intorno classificandole di quarto: secondo lui si saliva per di là poiché aveva gran considerazione dei clautani. Persero un'ora tra discussioni e ricerche di improbabili accessi e solo dopo decisero di tornare un poco indietro trovando infine la partenza del sentiero.

Stai de Nuci e la strada della Valsettimana dal sentiero.

E' forse il più ardito dei sentieri della Valsettimana, un poco più dolce del prato terminale della Fous de Nearda in Alta Meduna (ma si sa che i greppi tramontini non li batte nessuno!); lo usavano per salire da stai de Nuci con capre e pecore fin sui pascoli sotto le Pale Candele; probabile esempio di sentiero d'animali “addottato” dall'uomo.

Sul versante Est riposa lo scheletro del notaio Salice, ricoperte le sue sembianze da schiere di mughe in file disordinate, protese verso il vuoto. Non è dato che a me di poter riscoprire i suoi segreti, ma ci vuol tempo...

Accontentiamoci, per il momento, dei prati sotto le Pale Candele.

La relazione di Luca, sfrondata dalla letteratura, regala tre importanti indicazioni; poi quando sei sotto la cima il testo diviene appositamente nebuloso, tra doppiaggi di Capi Horn e 50 metri a spaglio. Ostia! Sei giunto fin qui e vuoi che ti porti in vetta sulle spalle?

Qualcuno ci ha preceduti...

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