Traversata Castello-Raut

Capita che progetti accarezzati lontano nel tempo riemergano; così l'idea di percorrere interamente le creste del Resettum e del Raut, 11 chilometri di stupenda cavalcata, sopita in coda all'elenco delle cose da fare, è rivenuta a galla a causa di un occasionale incontro.

La realizzazione della traversata poneva due grossi problemi: il primo, che avevo tentato di risolvere in gioventù, è la discesa dal Monte Colciavac su Forca Giaveid, che a mio parere dovrebbe percorrere lo spigolo segnato dalle frecce, pena un aggiramento del monte per Forca Clautana o accedendo da Forca Bassa alle pale erbose meridionali, mancando però di calcare la Cresta del Colon e il M. Colciavac. Il secondo problema era costituito dal tratto di cresta tra il M. Castello e il M. Randelino.

L'incontro con i due anziani cacciatori di Andreis, che mi hanno raccontato alcune loro avventure, mi ha palesato che la cresta Castello, Randelino era percorribile; i due nulla sapevano, però, della possibilità di scendere dal Randelino verso Est, cosa invece a me nota (vedi). Così è maturata la voglia di risolvere la questione e all'uopo mi sono preso due giorni.

Una bella mattina di Agosto mi ha visto in Forcella Navalesc, carico d'acqua, di corda e ramponi, attrezzato per un bivacco.

Ecco dal M. Castello la mia cresta: confesso che un po' di timore l'ho avuto.

Piano, piano ho cominciato la traversata e ben presto la cima del Castello (ultima a sinistra) svaniva lontana.

Avevo di fronte La Carega (a Frisanco detto Caregon) della quale mi avevano detto i cacciatori che si sale da Nord; ho prima raggiunto la selletta con la freccia rossa e traversato dietro il monte ho preso il ripidissimo costone indicato dalla freccia nera: qui ho utilizzato i ramponcini.

In vetta a La Carega.

Dopo La Carega l'ultimo ostacolo lo presenta il Randelino che i cacciatori salgono per il canalone tra due costoni indicato dalla freccia che però richiede di scendere per 200 m nel profondissimo impluvioche scende verso Nord dalla forcella tra La Carega e il Randelino. Ho studiato una via alternativa, meno dispendiosa di energie: il tracciato in rosso la evidenzia; andrò per prima cosa dentro il canale ghiaioso che separa la parete principale da una crestina sulla destra.

Eccomi già dentro il canale ghiaioso verso La Carega.

Dal canale per una breve rampa prendo la crestina staccata e la percorro integralmente su blocchi instabili e con passaggi difficili.

Poi la parete si appoggia e tra i mughi raggiungo la vetta.

La via da me scelta è una prima assoluta.

Dal M. Randelino fotografo il prato del Plan di Malgustà dove intendo bivaccare.

In questo antro ho passato la notte.

L'alba del giorno seguente.

La salita al M. Raut per La Palata, zona carsica di grande bellezza; sulla verde forcella in alto nella foto inizia la discesa per la Cengla da la Dova che mi ha riportato ad Andreis.

Voilà il tracciato della traversata. Ora non mi rimane che risolvere il problema sul M. Colciavac e poi sarò pronto per compiere la traversata completa da Pian Pinedo (Claut) a Navarons (Meduno).