Monte Sciara Piccolo

Cresta Sud; via dei malati (Gongo e Stief, 9 aprile 2011)

Il Sciara Piccolo protende verso meridione una lunga cresta, dapprima rocciosa e poi, dopo la Forčha Duròn (sella più bassa in foto), boscosa con la cime Posta dei Camosci (spuntone a sinistra in foto), Monte Cengla e Giaf (fuori campo).

Dalla strada che da Tramonti di Mezzo porta in Forčha Zuviel, dove c'è il divieto d'accesso, parte un sentiero segnato in nero che segue il torrente Chiarchia; noi ne abbiamo preso un secondo, con identica partenza...

...che ci ha portato sullo spuntone detto Posta dei Camosci: è quello più a sinistra; s'intravede il Monte Sciara con le sue pale erbose e sulla sella a destra caratterizzata da due pini, la casera Savoieit.

La nostra idea era di salire da Forčha Duròn il crestone roccioso e poi scendere per l'ottoetrenta: Sciara Grande, Savoieit, Gardelin, Forčha Ciùf, Selvaplana e poi asfalto fino a ritornare alla macchina; 1200 m di dislivello sulla carta che si sono poi rivelati 1500; almeno 17 i kilometri: un poco esagerato per due malati (malati di che cosa si vedrà più avanti).

L'attenta osservazione del crestone ci ha un poco preoccupati: con un ragionato consulto dalla cima della Posta dei Camosci abbiamo messo in piedi un piano operativo (con neve la vetta del Valcalda).

Decidiamo quindi di traversare al piede delle pareti in versante Ovest per prendere lo stavai che ci porti in cima al primo salto dove indica la freccia di destra.

Tornati quindi sullo spigolo troviamo la possibilità di alzarci per una nicchia e un passaggio strapiombante subito sopra che ci porta su questa cengetta dalla quale è visibile subito a destra la cima della Posta dei Camosci e più oltre il Monte Cengla.

Dalla cengetta una paretina articolata ci porta sotto il grande salto dello spigolo.

Proprio qui dove indica la freccia.

Questo ripiano è pieno di grossi blocchi, resti di una frana venuta giù dalla parete soprastante.

Riusciamo a trovare un camino strapiombante con pino in cima che ci porta su una cengia...

...che collega la parete con il pendio a pini indicato dalla freccia grande; proseguiamo per il canalone indicato dall'altra freccia.

 

I passaggi su roccia non vanno oltre il terzo ma siccome strapiombanti obbligano a sporgersi, operazione delicata se la roccia non è più che buona e psicologicamente i detti passaggi se affrontati senza protezioni (come abbiamo fatto noi), assumono difficoltà superiori.

Ma eccoci fuori dalle difficoltà sui mamelloni erbosi prossimi alla vetta.

Autoscatto verso la Val Meduna.

Casera Teglara.

Cresta verso il ritorno.

Dalla cima dello Sciara Grande uno sguardo alle amate Giulie.

Casera Savoieit, poi la sorgente del Gardelin ecc. ecc. per un totale di dieci ore di cammino tra greppi solatii.