Traversata dei canali di Meduna

Roberto Mazzilis durante la preparazione del suo libro "Per sentieri selvaggi" voleva inserirvi una escursione in Val Meduna percorrendo il Canal dal Vuar, forcella Pierasfezza e rientrare per il Canal grande di Meduna; ne aveva sentito parlare, probabilmente dalla morosa, originaria di Tramonti. Il suo tentativo fu drammatico: si perse e il rientro fu una vera e propria avventura. Abbandonò quindi l'idea ed inserì nel volume soltanto il sentiero Tramonti, Frassaneit, diga del Ciul. Sapendo di questa disavventura e tenendoci anch'io a realizzare quell'anello l'ho preparato meticolosamente con il mio sistema che a qualcuno potrebbe sembrare macchinoso. Ho esplorato il Canal dal Vuar fino al Clapòn in due giornate (la prima abortita per getto della spugna del mio compagno); in un'altra giornata ho esplorato il versante nord di forcella Pierasfezza e poi in seguito sono salito da quel versante in Cima Leadicia. Mi mancava quindi solo la conoscenza del tratto Clapòn - Pierasfezza del quale però mi avevano detto che era logico e facile. Dimenticavo di dire che le mie intenzioni erano di fare il giro in giornata e le esplorazioni preventive servivano anche a rilevare i tempi per capire se ciò fosse possibile. Non ci sono notizie di qualcuno che abbia realizzato la traversata in giornata; forse degli escursionisti udinesi che hanno lasciato la firma sul libro presenze del rifugio Charpin, ma non si capisce se hanno pernottato o meno e comunque non sono saliti in Cima Leadicia. Con me Adriano e Fausto (tutte le foto sono sue; curiosità: Fausto da anni voleva salire in Leadicia perché la riteneva il luogo più sperduto (in culo al mondo), selvaggio e meno frequentato di tutte le Prealpi (e anche, anche...)). Sviluppo totale. 25 km; dislivello: 2000 m; ore, comprese le soste, 12.

Partiti di notte, con la pila non abbiamo visto Selis che è stato fotografato al ritorno. Comunque siamo passati di qui e abbiamo attraversato sulla passerella.

Il sentiero fino in Pineit è facile da percorrere anche con la pila perchè segnalato di fresco e con una buona traccia di calpestio.

Giunti all'alba in Pineit proseguiamo nel Canal dal Vuar chiuso in fondo dal Burlaton.

Il Canal dal Vuar dall'incrocio con il Rio Passo è denominato Rio dal Clapòn: spettacolari le sue pozze e cascate.

Arrivo e passaggio presso la cascata del torrente che proviene da Palasimon.

In friulano clapòn è un grande sasso e questo è davvero enorme, forse un masso erratico lasciato da una lingua glaciale. Nella sua faccia meridionale il Clapòn è fortemente strapiombante tanto da formare un incavo di circa tre metri che è stato sfruttato, ab antiquo, da cacciatori e pastori come ricovero. Vi è stato costruito un ripiano sopraelevato sostenuto da muretto a secco e che ha ai lati due rocce che fungono da pareti laterali, migliorate dal posizionamento di pietre. Su di un angolo del ripiano, verso l'esterno, c'è il focolare che, a giudicare dalle condizioni, non vede fiamma da molti anni. Ad una certa altezza sul masso strapiombante è stato realizzato in malta cementizia un manufatto rompigoccia che protegge il ricovero da infiltrazioni d'acqua. Il ricovero può ospitare 3/4 persone; acqua a cinque minuti sul sentiero d'accesso.

Il Clapòn è forse il luogo più lontano dai centri abitati di tutto il Friuli situato in una zona di grande fascino, severa e selvaggia; dietro il Clapòn chiude la valle la possente parete del monte Burlaton (particolare in foto; 700 metri di placconate mai osate da alpinista). Può servire da base o punto d'appoggio per numerose escursioni in zona che non elenco per lasciare alla fantasia del lettore che, immergendosi nella Carta Tabacco foglio 028, potrà immaginare favolose traversate e salite memorabili da raccontare ai nipoti quando le gambe cederanno al peso degli anni.

La salita verso Pierasfezza, come già detto, non è difficile, ma richiede orientamento e senso della montagna: davanti si hanno paesaggi come in foto.

Salendo in Pierasfezza: Cima Ettore.

Poco prima di Pierasfezza ci appare Cima Leadicia; forcella Pierasfezza è tutto a sinistra del risalto di cresta.

In primo piano la sella di Pierasfezza; in secondo: le gemelle Fornezze con in evidenza la grande cengia passaggio tra forcella Nartais e forcella Claupe.

L'immagine mette in evidenza il canalone sud delle gemelle Vetta e Cengle Fornezze oggetto di una gitarella di quest'anno.

Eccoci in vetta!

Adriano è andato in esplorazione lungo la cresta est del monte (qui lo vediamo sull'anticima più prossima) arrivando fin sulla quota 1880 e riportando notizie interessanti sulla possibilità di percorrere tutta la cresta che è uno degli ultimi problemi alpinistici irrisolti dell'area.

Caserine da Leadicia; a destra Cima Ettore anticima est del Burlaton (nota: il Burlaton non si vede da Leadicia).

Palasimon e Dosaip da Leadicia.

Cimon d'Agar scendendo da Leadicia verso nord.

Monte Naiarda (a destra) e forcella Fous di Naiarda scendendo da Leadicia.

In fondo al Canal grande di Meduna c'è il mitico Clapòn dal Limèt, ricovero spartano per chi frequentava questi luoghi (cacciatori principalmente): ora è stato edificato il rifugio Charpin, la caccia è vietata e tutto è stato abbandonato.

Mentre osserviamo il ricovero si ricorda che il rifugio Charpin in Canal grande di Meduna è stato recentemente ristrutturato dal Parco Naturale delle Dolomiti Friulane che, misteriosamente, ha però dismesso il sentiero n° 393 che vi accedeva. La casera ha ora funzioni di ricovero per il corpo forestale regionale che lo frequenta per osservazioni, censimenti di animali, e come base in caso d'incendi. I Forestali per facilitarsi l'accesso hanno pulito il sentiero che proviene dalla diga del Ciùl e hanno esteso l'opera fino in forcella del Cuèl; questo lavoro, unito al fatto che gran parte dei vecchi segnavia sono ancora visibili, permette una sicura e facile percorrenza dell'itinerario (alla faccia della dismissione!). Molto ambita è la traversata rifugio Pussa, casera Senons, forcella del Cuèl, con pernottamento a casera Cjarpin e il giorno successivo discesa a Tramonti di Sopra per la diga del Ciùl e Frassaneit, altro itinerario che io vorrei invece percorrere in giornata (se trovo compagnia...).

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