Cima dei Landres Biancs (1840 m circa)

A sud est delle lastronate alla testata della val Piovin c'è una conca glaciale sulla quale da nord s'immette il valico della forcella Ciol di Sass; l'orlo di questo grande catino è formato da alcune cime inaccessibili causa la fittissima boscaglia di mughi, tranne che per la Cima dei Landres Biancs. Le cime di questa conca glaciale scendono con dei gradoni rocciosi verso est fin su forcella Cadin, separando la val Prendera dalla val Ciolesan. La foto qui sopra è scattata alla partenza dal fondo della val Prendera.

Alla base di uno di questi gradoni di roccia, a quota 1660 circa, sono presenti degli antri; la roccia che li sovrasta è bianca: di qui il nome della cima. Interessantissima la visita a questo sito, per traccia labile partendo dall'ex 391 nel punto dove questo attraversa il bosco che scende dagli antri (visibile, il bosco, nella foto qui sopra).

Si dice vivessero qui gli ultimi Salvàns, una specie ominide forse riconducibile ai neanderthal. Si racconta a Claut che la pietra appoggiata alla parete fungesse da porta dell'antro e venisse fatta rotolare per chiudere l'ingresso nei mesi invernali.

Accedere a questa cima comportava una decisione da dove partire, fermo restando che il punto di ingresso più vicino è la forcella forcella Ciol di Sass che però ha un dislivello notevole è rivolta a nord e la neve di aprile è faticosa. Restava la forcella Cadin con il suo bel sentiero ex CAI 391: il dislivello e le 3 ore per raggiungerla mi davano un po' fastidio. Scartabellando nella mia libreria ho trovato che forcella Cadin è raggiungibile anche dal fondo della val Prendera, quindi dai 914 m del parcheggio in Pian de Cea, anziché dai 650 m di Lesis. La descrizione di tale itinerario mi dava qualche perplessità:

Dal fondo della valle (Prendera) un sentiero risaliva il versante destro orografico della valle fino alla forcella. La fitta vegetazione ed il completo abbandono hanno cancellato ogni traccia di passaggio e l'itinerario è praticamente impercorribile. (A. e C. Berti, Dolomiti Orientali).

Ma dove un tempo c'era un passaggio e si può rinvenire un vecchio taglio o una parvenza di traccia, con la mia esperienza d'anni di intrufolazioni vegetazionali, ero certo di trovare.

Con mia sorpresa, dove terminano le ghiaie della val Prendera ho trovato un ameno posto per gozzovigliare.

Dirò che la partenza del sentiero per forcella Cadin non è del tutto ovvia, celata da una cascata all'apparenza non transitabile; che il primo tratto è molto "sporco"; una volta saliti una cinquantina di metri la traccia è davvero imperdibile; anche quando entra nella faggeta, dove di solito i sentieri vengono mascherati dal fogliame a terra, un occhio allenato lo può seguire tranquillamente; da dire, inoltre, che tutto il sentiero è segnalato in vernice, molto sbiadita, solo nel senso della discesa, con dei strani segni che paiono lettere dell'alfabeto.

Da forcella Cadin ho seguito l'ex 391 di cui in rete si trova una relazione qui:

http://www.clanalpian.com/(S(eoldohm3bfjwap55njlm0kai))/itinerario.aspx?id=212

Relazione un poco esagerata, che vuol dare l'impressione di un sentiero per pochi e "veri"; invece tutto ciò è il risultato dei molti errori di percorso fatti. In realtà l'ex 391 è null'altro che un sentiero CAI un po' spinto, con tutti i suoi segnavia e la vegetazione ben tagliata (grazie anche al mio seghetto...).

Ecco tutto sulla sinistra il prato pensile; al centro Cima Prendera e tra questa e Fratta di Barbin, innevato il Cornaget. Dal prato pensile ho scattato la foto precedente.

Sempre dal prato pensile il fondo della val Prendera che confluisce nelle Grave di Gere; tra M. Dosaip e M. Caserine la forcella Caserata.

La Cima dei Landres Biancs è quella di mezzo; ormai sono nella mugheta sotto le pareti di Cima Prendera.

Risalendo la conca glaciale verso la cima.

Dalla cima forcella Ciol di Sass (si vede bene il sentiero) e Cima Prendera.

Cima Ciol di Sass e a sx le lastronate con le quali termina la val Piovin, si noti il circo glaciale che ha ben conservati due cerchi morenici, significativi dei periodi di regresso del ghiacciaio.

Andata e ritorno per la stessa via in ore 10; per i curiosi: salita in forcella Cadin da Pian de Cea in ore 2,20, comprese le esitazioni di ricerca alla base.

Guarda il video della traversata per l'ex 391 da Settefontane a Lesis

Per salire solamente ai Landres Bianc, cioè agli antri sotto la grande parete bianca, partendo da Lesis, frazione di Claut si propone qui la seguente relazione, avvertendo che è per gente abituata agli ambienti difficili e non segnalati.

Dal parcheggio del Pian del Muscol a Lesis (650 m), si va a passare il Cellina su un ponte pedonale e si prosegue dritti in salita. Ignorata una traccia sulla sinistra, dopo un tornante, si giunge alla stalla di quota 691 m caratterizzata da una baracca di legno addossata al muro occidentale. Dalla stalla si prosegue ancora sulla mulattiera fino alla successiva stalla, caratterizzata da un S. Antonio sulla facciata e la data 1926. Qui si abbandona la mulattiera e si sale il prato a nord della stalla fin sul suo lato orientale dove si rinviene un sentiero tra muretti a secco.

Presso un guado di ruscello cementato non salire alla stalla successiva, ma prendere a sinistra. Passati poco sotto Stalla Filippon (la più alta delle costruzioni visibili dal parcheggio Pian del Muscol; vasca con rivolo d’acqua), si procede superando uno schianto.

Passati sotto una stalla poco visibile (lamiere nel bosco sulla sinistra) si giunge ad un bivio dove ci si tiene sulla traccia di sinistra. Oltrepassati due canali si percorre un bel tratto di sentiero acciottolato e si giunge sul costone lungo il quale si sale verso Malga Zuncol (segnali rossi su dei faggi a sinistra).

Aggirare i segnali sulla sinistra per un valloncello in quanto alcuni schianti precludono il passaggio nel primo tratto di costone, per poi riguadagnare più in alto il crinale che sarà la successiva direttiva di salita. Il crinale si abbandona nei pressi delle prime rocce per passare su un costone più ad occidente e ritornare quindi sul crinale originario.

Si esce in cresta presso dei pendii prativi che si risalgono verso un abete in alto a sinistra, alla base del quale si trova una buona traccia che entra nel bosco: si segue questa traccia fino a che la si vede distrutta da un franamento. Voltandosi indietro si individua una traccia che risale il bosco, passa accanto ad una vasca ed esce in vista dei ruderi della Malga Zuncol. Sul lato nord del pascolo si trova una bella traccia che entra nel bosco e porta senza indugi a Forcella Cadìn. Itinerario con molti tagli sulla vegetazione, specchiature e rari ometti.

Da Forcella Cadìn numerosi tagli indicano il percorso che sostanzialmente risale lungo il crinale in direzione ovest fin sotto un risalto roccioso dove si piega a destra, per cengia piuttosto rovinata, e si entra nella faggeta del versante nord est dove i segnavia tornano evidenti. Si traversa in discesa la pala di faggi e si va ad attraversare un vallone dirupato dove un passaggio è franato per un paio di metri, ma si passa appendendosi ai mughi che sporgono. In salita si esce dal vallone dirupato e si guadagna una seconda pala di faggi. Appena giunti alla seconda pala di faggi, si può salire ai Landres Bianc per una traccia che si dirige verso delle rocce a sinistra, le rasenta e poi sale sulla costa sopra di esse. La costa è boscosa ancora per poco e poi iniziano i prati che portano alla base della grande parete bianca e strapiombante. Ore 4.

Guarda il video della salita ai Landres Bianc.