Cuel da l'Omp (1459 m)

I montanari hanno sempre visto nelle cime somiglianze con le cose della vita quotidiana e hanno dato loro i nomi di queste: così troviamo le mede, meda, medons che richiamano la forma dei covoni di fieno; i campanili, gli aghi, le torri, i castelli, preti, corni ecc., ecc. La forma di certi spuntoni ha suggerito la somiglianza con il sesso maschile, che pudicamente i valligiani chiamano uomo nelle varie accezioni dialettali: così a Barcis c'è l'Uom di Bettigia e in Val Nuviernulis l'Omp.

Al centro di questa immagine si vede bene l'Omp della Val Nuviernulis (1334 m) con dietro le Pale del Laris e tutto a destra il Sernio; il cimotto a sinistra sulle cui pendici sorge l'Omp è il Cuel da l'Omp meta di una ardita escursione che ci ha visti, me e Stefano partire da Moggio per raggiungerlo. Quattordici chilometri tra andata e ritorno e ben 1560 m di dislivello complessivi che è stupefacente se si pensa che il monte è alto solo 1459 m!

Bisogna salire subito alla forca di Moggessa per poi scendere ai borghi di Qua e di Là.

Non è vero che in questi romantici paesini non c'è più un cane...

Anzi: ci siamo imbattuti in quattro escursionisti che erano riusciti a perdersi con le indicazioni di Sentieri Natura; non per colpa del buon Ivo e di Sandra: non avevano cartine nè la stampa della pagina web, non sapevano nemmeno il numero del sentiero che stavano percorrendo!

Dal borgo di Là scendiamo al Glagnò dove è quasi incredibile trovare le vestigia dell'opera dell'uomo del passato.

Ma anche dell'uomo di oggi che non può esimersi di tenere fruibile un luogo così bello.

Il ponte sul Riu delle Fratte ci dice che siamo vicini al bivio per lo stavolo delle Fratte.

Il sentierino che porta allo stavolo è in ottime condizioni in quanto piuttosto frequentato dai cacciatori...

...che hanno ristrutturato lo stabile per i loro scopi.

Essendo privato è chiuso ma può dare un ricovero d'emergenza e ha l'acqua.

Saliamo ancora oltre lo stavolo puntando la cima del Cuel da l'Omp.

Dai prati terminali lo spiazzo dello stavolo delle Fratte (sul costone in centro foto) e laggiù in fondo il Glagnò.

Arrivo in vetta.

La cima a sinistra del canalone sulla verticale di Stefano è la Pala del Titta, una mia salita di qualche anno fa descritta qui.

Dalla cima vediamo che è possibile raggiungere quella larga sella che so essere stata calcata dal signor Antonio; sulla destra dell'immagine un clapusc (ricovero sotto una roccia) utilizzato dai cacciatori.

Creta Grauzaria.

Il Cuel Mauron: sulla sella a destra esce la via descritta qui.

Considerazioni: cima molto istruttiva con tracce di passaggio fino sopra (cacciatori probabilmente); non è escluso la presenza di qualche sporadico escursionista visto il nastro da cantiere utilizzato come segnavia (cretino!). Notata la vecchia traccia che collegava lo stavolo Fratte a stavolo Simon che potrebbe riservare l'opportunità di salire in Cuel Mauron. Preso nota della possibilità di conquistare Pale del Laris da questo versante o quantomeno di scendere a Chiampees di Lovea. Forse è meglio partire da Badiuz.