Via dei cacciatori di Andreis

I cacciatori di Andreis realizzavano grandi battute di caccia al camoscio spingendo con battitori gli animali nel canalone terminale del rio de Raudelin dove li aspettavano i tiratori coi fucili. I battitori salivano per Albins accedendo alla parte alta della parete Ovest e percorrendola tutta in direzione Nord per due cenge, una poco sotto le rocce di cresta e l'altra a tre quarti del monte. La via per accedere alla cengia superiore è ora frequentata da qualche alpinista in quanto c'è la possibilità di uscire in cresta ed arrivare in vetta al monte Raut. Lo scrivente ha percorso una interessante e spettacolare variante alla via dei cacciatori di seguito descritta.

Da Sottanzas, fraz. di Andreis, passato il torrente Susaibes su di un ponte di recente costruzione si percorre il sentiero naturalistico Albins-Plangiaria che passa accanto alla presa dell'acquedotto e poi tra boschetti di noccioli. Si sale fino alla tabella dove il sentiero inizia la discesa verso il rio Plangiaria.

Si abbandona il sentiero naturalistico e si prosegue in salita aiutandosi con radi e scoloriti segnali: questi ben presto si perdono. Si continua tendendo a sinistra fino a rimontare una crestina che altro non è che il margine sinistro della conoide prativa di Albins. Si risale la crestina ora sul filo ora poco sotto a destra per evitare macchie di arbusti fino alla base delle rocce.

Si scende contornando le rocce verso sinistra, poi si risale brevemente tra grossi massi (tracce; ricovero di emergenza sotto un masso) e in quota si entra nel largo canale che vi è al di là. Il canale, più in alto, sembra morire contro una parete rocciosa sormontata da un grande tetto. Risalendo il canale sulla sua sponda sinistra si arriva allo spigolo sinistro della parete con tetto. Da qui una evidente cengetta permette di oltrepassare la testata del canale (esposto) e porta sotto un erto colatoio. Proseguendo per tracce si va ad imboccare la via dei cacciatori di Andreis evidenziata da bolli in vernice rossa.

Si risale invece il colatoio (forse percorso originale) tenendosi sul fondo: due passaggi di II° grado all'inizio, poi facile con arbusti. Il canale in alto si allarga e piega decisamente a sinistra e si ritrovano i bolli rossi. Sempre sul fondo, lasciando a destra un caratteristico gendarme si guadagna una semitonda forcella sulla cresta che unisce la q.1513 al corpo del monte. Sempre lungo questa cresta con aereo, lungo e panoramico percorso, fin poco sotto le rocce terminali dove una fascia di mughi rende faticosa l'ascesa. Passati i mughi, un breve canalino ghiaioso porta sotto all'intaglio di cresta che presenta una breve paretina esposta ma solida e con ottimi appigli (III° grado). Si esce sul sentiero 967 poco prima del cordino d'acciaio che facilita l'accesso alla vetta del M.Raut. Le segnalazioni indicano la possibilità di uscire in cresta per una variante più facile.

Dislivello fino in vetta m1600. Ore : 5.30; difficoltà come da relazione.

Le foto che seguono sono di Tiziana e Marco che hanno ripetuto la via nel giugno 2008.

Marco sopra il costone a mughi che delimita a destra il canalone iniziale.

L'uscita del canalone dove questo piega a sinistra; si vede il lungo pendio erboso che porta sotto la cresta.

La quota 1513 in primo piano con la forcella semitonda tutto a destra; è visibile anche il gendarme poco sotto la forcella.

Ancora la quota 1513 in primo piano; sullo sfondo il lago di Barcis e il gruppo del Cavallo.

Il lungo costone erboso verso il termine poco sotto la cresta.

Traversata verso destra, sotto la cresta, verso l'uscita più facile.

Ancora sul traverso.

Ultimi passi sul traverso.

Ecco l'uscita in cresta.

La feritoia dell'uscita.

La feritoia di uscita in cresta. Come si può vedere anche qui ha colpito il VANDALO dello spray: vuoi mettere quando questo percorso era intonso, pulito, da trovarsi: tutta un'altra cosa!

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