Cima di San Francesco (2254 m)

Per cresta nord (S. Castenetto e G. Madinelli il 21-10-2012)

Dal sentiero che dalla malga Senons conduce al Ciadin de Bortolusc ho notato la possibilità di entrare nel più orientale Ciadin de Gasparin per la selletta (1844 m) a sud della quota 1868; in tal modo si entra nel Ciadin de Gasparin evitando la risalita delle ripide balze boscose prive di sentiero di cui all'itinerario B alla Cima di San Francesco della guida Berti Dolomiti Orientali (pag. 455).

Arrivando alla selletta 1844 m: al centro immagine la Spia de Bortolusc.

La Cima di San Francesco vista da forcella del Cuél

La grande placconata nord del monte mi aveva sempre stuzzicato e in particolare il suo culmine ovest, così netto contro il cielo; pareva velleitario il progetto di calcare quella cresta (segno rosso), ma scendendo da Cima Pussa per il Ciadin de Gasparin, una attenta osservazione mi ha svelato una concreta possibilità.

Così appare la placconata nord di Cima di San Francesco dal Ciadin de Gasparin: evidente la rampa con verdi che conduce a una forcelletta di cresta.

Raggiungiamo detta forcelletta.

Cominciamo a risalire la placconata tenendoci presso la cresta.

La salita è spettacolare, mai difficile.

La vetta.

Cratere di fulmine presso la vetta.

Dalla cima verso est: il M. Burlaton al centro con dietro il M. Frascola.

Dalla vetta verso ovest: sotto a destra Cima Pussa e subito dietro Cima di Bortolusc.

ATTENZIONE!

L'itinerario qui descritto è stato interessato nel luglio 2014 da un grande franamento che ha distrutto completamente la via.

 

Dopo la caduta della lastronata ho cercato la possibilità di salire per la cresta Nord e quella Nord- Nord- Est realizzando due vie che ho chiamato dell'anguria e del melone.

Passa col mouse sull'immagine: a sinistra la via dell'anguria, a destra del melone.

Via dell'anguria

Per la cresta Nord-Nord-Est con Fiorone da Galli.

Una facile placconata sale alla base dello spigolo NNE.

Un'invitante cengia pare portare in alto, ma è interrotta.

Evitiamo la cengia interrotta salendo su quella superiore che permette di riprendere quella inferiore oltre l'interruzione.

La cengia superiore è facile e larga.

Dalla cengia superiore si cala in quella inferiore per quel camino tutto a sinistra nella foto dove c'è la maggior difficoltà della via, un secondo più molto esposto e su roccia non proprio solida.

Su per la cengia inferiore fino al suo termine.

Qui avevo notato dal M. Libertan l'esistenza di una rampa appoggiata che pareva portare in cresta.

La rampa molto delicata, ma non difficile mantiene le aspettative e ci porta fuori dalle difficoltà.

Il resto è bellissima cresta camminabile tra cielo e stupore.

 

 

Via del Melone

Per placconata Nord con Claudio Segaossi e Fiorone da Galli

La parte più difficile di questo itinerario è trovare l'accesso alla placconata, poichè dove essa si esaurisce la montagna è sconvolta dalla caduta della placca che ha macinato tutto e reso instabili le pareti.

In qualche modo montiamo sulla lastronata. Nella foto qui sopra si vede il deposito di ghiaie del franamento.

Facciamo una breve deviazione dal percorso per andare a vedere il punto di distacco della placca: impressionante!

Riprendiamo l'ascesa.

E magicamente in cima!

Corn de Senons dalla vetta.

Grave di Gere dalla vetta. In entrambe le occasioni siamo scesi per la via "normale", molto delicata per la roccia friabile. L'anguria e il melone ci attendevano al fresco nell'acqua del torrente.

 

 

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