Monte Flağhel (1467 m)

Da la bande di ca.

L'osservatore che si pone al castello Cecconi e guarda verso levante, ritratterà lo sguardo inorridito da quei caotici costoni dirupati che costituiscono il versante di ponente del monte Flağhel. Quale misterioso baco mentale ci contraddistingue dunque noi greppisti che troviamo interessanti tali selvaggi dirupi?

Scopriamo che questa zona è una riserva naturalistica della Regione, priva di sentieri; programmiamo di salire per il costone del M. Penotiat e scendere per quello del M. Mason.

La parte più ostica e interessante è tra il Penotiat e la cima del Flağhel che vediamo qui in foto: evidente la via da noi percorsa...

La scelta del percorso è frutto di lunghe discussioni e osservazioni.

Il tratto di arrampicata vegeto-minerale è simile alla cresta del Roppa Buffon.

Dalla cima del Flağhel: in basso Pielungo e borghi viciniori fino all'altopiano di Pradis; in secondo piano il M. Taiet; dietro, innevate in bella fila le Dolomiti di destra Tagliamento.

Scendiamo per la cresta Nord del Flağhel fino alla quota 1148 (che vediamo nell'immagine qui sopra), da dove si diramano due creste: una prosegue a Nord con la Pala dei Laris verso la Forchiazza; l'altra, che prendiamo per scendere, cala al M. Masòn e al Cuèl Tarondin.

Chi segue la nostre evoluzioni con la cartina scoprirà che oltre la Forchiazza, molto vicino dunque, c'é un altro M. Masòn. Per distinguerli l'uno dall'altro, decidiamo di appellare quello che calchiamo M. Masòn Vito; e dato che ci siamo nominiamo anche la quota 1148 M. Giani (Gianni alla veneta con una enne sola) poiché i monti sono strettamente collegati come i due amici castellani Vito e Giani.