Bortolusso

Via nuova a Cima Bortoluth per canalone Est

Mi ha da sempre affascinato che i clautani chiamano torrenti, cime e altri luoghi con nomi o soprannomi di persone; mi intriga sapere chi fossero; forse pastori, cacciatori, scopritori di passaggi a cui è stato dedicato il luogo? Mi sono dunque convinto che dovevo fare una ricerca storica per venire a capo del problema. Una visita all'Archivio di Stato di Pordenone mi ha sepolto in una montagna di atti della vicinia di Claut a partire da metà del XVII secolo; tanti contratti di passaggio di proprietà, locazioni, imposizioni pubbliche, ma i nomi vengono utilizzati, non spiegati.

Mi sono rivolto in un secondo momento all'Archivio Storico Diocesano di Pordenone, dove sapevo presenti i diari parrocchiali di 48 comunità locali e vi ho trovato anche quello della parrocchia S. Giorgio di Claut. Tra faldoni di nascite, morti, matrimoni ecc. ho trovato alcuni quaderni di formato diverso risalenti agli anni tra il 1763 e il 1789, vergati da tal Don Pietro Vidoni che fu parroco di Claut in quegli anni. Don Pietro oltre ai registri ufficiali teneva un diario degli avvenimenti di paese. Molto interessanti le descrizioni che fece Don Pietro delle conseguenze dei terremoti del 1776 e del 1789. La fatica di leggere tutti quei quaderni è stata infine ricompensata da uno scritto datato 28 luglio 1781 e del seguito in data 13 agosto. Ripropongo qui di seguito i due brani avvertendo che si tratta di trascrizione fedele all'originale, con tanto di errori ortografici, parole indecifrabili e modi di dire dialettali. Da tale testimonianza si chiarisce l'origine dei toponimi Bortoluth (ciadin, cima) e S. Francesc (ciadin, cima).

28 luglio 1781 Vennero meco Maria Borsatt sedonera accompagnata da tale Gildo Bortolusso, fabbro ferraio da Cuncuardia Gafaree. La Maria tornava dal suo viaggio in pianura dove vende mestoli e attrezzi di legno. Pettegola come tutte le donne raccontava in giro che in su la montagna de Claute da qualche mese vagava ramingo un giovine e la voce giunse al Bortolusso che nulla sapeva più del suo primogenito Giuseppe scomparso. Il Bortolusso era dunque venuto in Claute insieme alla Maria giutandola nel tirare e sburtare la carretta della mercanzia. Il suo figliuolo, mi raccontava il Bortolusso, era da anni in seminario a Puart dove otteneva un buon profitto e stava per prendere i voti. Senonchè il diavolo sotto le vesti di una fanciulla gli fe perdere la testa. Cambiò modo di fare, s'inimicò i superiori e infine fu scoperto a ubbriacarsi con gli infusi alcolici del frate erborista e cacciato dal Seminario. Dopo qualche giorno inquieto a casa disse che voleva partire e di notte sparì senza nulla lasciare detto. Il povero padre credeva che il giovine che girava sui monti di Claute poteva essere il di lui figlio disgraziato e mi domandava d'aiutarlo. Seppi da Maria che le voci le erano state riferite da Lucilla Lorenzi figlia del pastore che porta le bestie in Sinons e dunque ci recammo da detta donna per ragguagli. Lucilla confermò che più volte nelle settimane scorse, quando saliva in Sinons dal padre per portargli farina da polenta, aveva veduto questo giovine che le parve gentile e colto, parlava latino come un prete alla messa, raccontava della bellezza del creato di animali e fiori e diceva pure che oltre la forca di Sinons aveva incontrato l'orso e con parole gentili lo aveva ammansito così come fece il santo Francesco con il lupo. Il Bortolusso s'accordò con la Lucilla per essere accompagnato in Sinons e dato che il mio compito era finito mi ritirai.

13 agosto 1781 Oggi pomeriggio che pioveva fortissimo abbiamo sepolto il Giuseppe Bortolusso figlio del fabbro ferraio di Cuncuardia Gaffaree trovato esanime alla base delle pareti rocciose nel ciadin, in suso la casera Gravussa. Il Bortolusso padre fu generoso con i pastori Lorenzi e con tutti i clautani che lo giutarono a recuperare e trasportare la salma. Lasciò pure un obolo per la nostra chiesa.

Il canalone Est di Cima Bortoluth ha le stesse difficoltà e caratteristiche di quello Fradeloni sul lato Sud, ma molto più lungo e vario con una uscita scenografica tramite foro. Ottimo per realizzare la traversata di questa cima scendendo per la via normale sul lato Nord.